A volte la vita è proprio una magica sorpresa. Certo, magari se fossi un bambino di Kabul che fin dai 3 anni intesse tappeti per mantenere la famiglia forse misurerei le parole prima di sproloquiare.
Ma dato che nel primo mondo si da aria alla bocca con toccante leggerezza, mi sento proprio di metterlo nero su bianco: l’esistenza a spizzichi e bocconi è un dolce regalo.
E dopo tutto questo ottimismo fuori luogo per la mia persona, già mi vedo oggi uscire di casa e farmi travolgere da una vettura. Magari pure una roba tipo Apecar che farebbe sghignazzare tutti al mio funerale.
E a questo punto immagino che ti stia chiedendo perché ancheggio e canto “Il mondo è mio” facendo sia la parte di Aladdin che di Jasmine. Ebbene, amatissimo lettore mio, ho trovato una casa.
Che poi chiamarla casa mi fa arrossire, potremmo dire che ho trovato un pertugio. Ma per chi fino ai 26 anni e mezzo aveva paura di stare da sola al buio, il fatto di poter tenere sotto controllo un’intera abitazione con una occhiata va benissimo così.
La storia di come sia riuscita conquistarmi a spese mie un tetto sulla testa è affascinante e facilmente riassumibile in un centinaio di caratteri spazi inclusi
Praticamente da tre mesi a questa parte ho cominciato a cercare un appartamento per la mia nuova incredibile avventura sottopagata a Schwerin.
Come già ti accennavo qualche articolo fa, trovare un posto nelle condizioni economiche di un San Francesco senza la skill di dialogare con le bestie non è stato semplice
Gente che non rispondeva, gente che rispondeva e poi spariva, gente che continuava a rispondere ma solo cose del calibro di “non ci fidiamo di lei ne siamo desolati”
Un poco di speranza l’ho avuta qualche giorno fa quando ho trovato una stanza in un appartamento condiviso. Di questa casa adoravo il fatto che mi togliesse dalla strada. Odiavo invece tutto il resto tipo il posto, gli occupanti e la madre centenaria del padrone di casa ubicante al piano di sotto e con la faccia arcigna di chi viene a farti le ronde a sorpresa.
Il fatto poi che il padrone di casa mi avesse informata che come le scale ad hogwarts anche lui adorasse cambiare il prezzo, per cui ok firmavo per pagare 450 squinzie mensili ma se il mese dopo me ne ritrovavo 500 non avrei dovuto sgranare gli occhi, non mi faceva proprio dormire sonni tranquilli.
Nonostante ció ero pronta ad apporre la firma perché in fondo contare fino a 10 in tedesco prima di prendere una decisione è un impegno che non me la sento di prendere.
Oggi invece è successo quello che a Lourdes definirebbero miracolo. L’impiegata di una agenzia con la quale avevo visto un monolocale mi chiama. Dato che non rispondo mai la prima volta perché devo raccimolare coraggio, richiamo pochi minuti dopo spiegando di aver appena perso la telefonata.
Nonostante stessimo parlando di una manciata di secondi tra una chiamata e l’altra, la signora è confusissima. Diciamo che in totale la telefonata sarà durata 7 minuti di cui 6 impiegati a rivelarle la mia identità. E quindi dopo averle fatto lo spelling raffazzonato delle mie generalità (non ricordando neanche un nome di città ho cercato di improvvisare e ne è uscita una roba del tipo M di mammete, E di eleganza, L di lobotomia. Per la I avevo finito la fantasia e ho aspettato che ci arrivasse con le sue forze), l’operatrice mi ha chiesto se fossi ancora interessata a vivere in quella voliera.
Al mio “si lo voglio” l’ho sentita interdetta. Alla sesta volta che mi ricordava il fatto che con una sola spaccata sarei riuscita a toccare tutte le pareti dell’abitazione e alla sesta volta in cui la rassicuravo del fatto che tanto io la spaccata non la so fare, abbiamo chiuso la chiamata entrambe grate l’una all altra: io sollevata all’idea che non dovró stare per tre anni in squat sulla tavoletta del bagno, lei emozionata perché finalmente aveva trovato un’imbelle a cui affittare l’equivalente in metratura dell’area palline del mcdonald.
Quindi tutto è fantastico quel che finisce con un posto dove tornare a dormire la sera. Adesso non vedo l’ora di capire come addobbarmi la dimora con un budget che intenerirebbe un profanatore di tombe.
Sono sicura che con la mia abilitá nell’accatastare cose, riusciró a renderlo uno spazio invivibile dopo la prima settimana. Al solo pensiero ho già il cuore colmo di allegria.
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